Società San Vincenzo De Paoli

Una collaborazione possibile

Una duplice collaborazione possibile

 

E’ Vice Presidente di Conferenza e ha dato vita a una collaborazione possibile. Una duplice collaborazione. Quella con una professionista che vuole mettere a disposizione delle persone da noi seguite le sue competenze e la sua attività. E quella tra le Conferenze del quartiere.

Lei è Antonella.

Ciao Antonella, hai voglia di raccontarci un po’ di te e presentarti brevemente?

Ciao, mi chiamo Antonella Voltan e sono un’autrice e attrice teatrale. I miei testi partono dall’indagine sulla fragilità e sulla bellezza intrinseca dell’essere umano, vedendo nel teatro – tra le tante sue azioni propulsive – uno strumento di guarigione interiore. Il mio ingresso in San Vincenzo (Conferenza SS.MM. Nereo e Achilleo) nel luglio 2019 è stato dettato dal desiderio di affiancare a questo mio impegno un rapporto più stretto con chi ha un bisogno tangibile di sostegno nel vivere quotidiano.

La collaborazione possibile

Ti sei fatta “promotrice” per la tua Conferenza di una proposta nuova per voi. Un laboratorio per genitori e figli che nasce da un’idea: il Progetto “Crescere Insieme”. Vuoi raccontarci di cosa si tratta e perché hai pensato a proporla in Società di San Vincenzo De Paoli?

Quando la dott.ssa Rimoldi, ideatrice del progetto  (ribattezzato successivamente ‘Il Corpo in Gioco’), mi ha illustrato l’iniziativa ne ho colto immediatamente il valore. Già la dottoressa l’aveva pensata proprio a favore delle famiglie da noi seguite e io ho ritenuto fosse bene ampliare il cerchio di azione ad altre Conferenze potenzialmente interessate. La mia opinione è stata subito condivisa dalla Presidente della nostra Conferenza Valeria Fattarelli.

Un aspetto che mi ha da subito attratto del Carisma Vincenziano è l’attenzione data al creare un rapporto amicale e di fiducia reciproca con chi si rivolge a noi per avere aiuto, lavorando insieme sulle possibili vie di recupero della propria autonomia e dignità. Mettere al centro l’essere umano, che è Persona e non mero compito-da-assolvere, è fulcro di questo agire.

Il laboratorio propone uno spazio di gioco creativo tra genitori e figli, in cui riscoprire e rifondare insieme gli schemi di movimento dello sviluppo evolutivo. Aprendo così la via a possibili ripercussioni positive sia per lo sviluppo fisico che psicologico, cognitivo e relazionale.

In questo ho visto un importante collegamento con la missione vincenziana: poter contribuire ad un sano sviluppo evolutivo della Persona fin dall’infanzia può gettare le basi per generare ed accrescere la capacità di interagire e relazionarsi beneficamente con l’Altro e con la realtà circostante e diventare così l’Adulto autonomo e responsabile di domani.

Accogliere è dare un nuovo inizio

Come è stata accolta la tua proposta all’interno della tua Conferenza? E’ sicuramente un qualcosa di innovativo rispetto alle vostre attività… 

Comprese le potenzialità del progetto, l’iniziativa è stata subito ben accolta al nostro interno.  Da lì abbiamo iniziato a verificare qual era il bacino di nuclei familiari da noi seguiti potenzialmente coinvolgibili per poter raccoglierne l’eventuale interesse a partecipare.

Abbiamo poi davvero esteso la proposta, come hai detto, alle Conferenze del vostro quartiere. Cosa ha comportato questa apertura a livello organizzativo?

Data l’estensione dell’iniziativa a più Conferenze  mi sono proposta come coordinatrice organizzativa e referente San Vincenzo nei confronti della dott.ssa Rimoldi, dal momento che ho conoscenza diretta con la stessa, in collaborazione con Alessandra. Illustrare il progetto alle Conferenze di quartiere coinvolte, preparare e condividere il materiale di riferimento, seguire da vicino le tappe del processo di attuazione, con l’obiettivo di fornire agli interlocutori gli strumenti per essere a bordo in modo consapevole è stata un’esperienza molto arricchente.

Replichiamo?

Credi possibile replicare l’esperienza per renderla disponibile a più famiglie?

L’entusiasmo con cui poi è stato accolto il primo modulo partito ad aprile dai genitori e dai bambini partecipanti è stata la conferma della bontà dell’iniziativa. Quindi sì, ritengo sarebbe auspicabile poter replicare l’esperienza fatta, nel rispetto dei modi e dei tempi in cui possa essere effettivamente realizzata.